27 set. ore 20 – Presentazione del Gruppo di Psicoterapia – La danza della conoscenza
Presentazione del Gruppo di Psicoterapia – La danza della conoscenza
conduce il Dott. Paolo Molino, psicoterapeuta
Mercoledì 27 settembre alle ore 20 nello spazio Le Curandaie, via Domenico Cirillo 2L a Firenze
Per info e iscrizioni: paolomolino@gmail.com – tel. 331 106 4726
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Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il Dottor Molino, che abbiamo conosciuto nel 2015 in un incontro (Costellazioni Familiari) organizzato da Le Curandaie allo Spazio Giovani dell’Area Pettini. Gli abbiamo fatto qualche domanda, per capire meglio cosa ci aspetta a partire dal 27 settembre:
Buongiorno Paolo, cos’è esattamente un gruppo di psicoterapia?
Buongiorno, un gruppo di psicoterapia è un laboratorio di esperienze, dove si può provare “in diretta” a mettere in scena quelli che sono gli inciampi del nostro quotidiano.
Quali sono le differenze rispetto a una terapia individuale?
Il gruppo non necessariamente va a sostituirsi ad una terapia individuale, cioè non è che una escluda l’altro. In realtà sono complementari: si può sperimentare in gruppo dei meccanismi che si è visto in individuale. Il vantaggio del gruppo è che posso sperimentare dal vivo con del “capitale umano” l’effetto che mi fa un certo comportamento o anche un blocco che ho, per esempio.
Cosa proporrai nei gruppi a Le Curandaie?
Questa è un po’ una sorpresa, posso anticipare che la presentazione inizierà con un breve video, suggestivo, da cui prenderemo spunto per riflettere insieme e magari fare qualche dimostrazione di esperienza possibile. Il punto è che non c’è mai una scaletta o una destinazione definita, a meno che non ci accordiamo in modo diverso, l’obiettivo è allenare l’ascolto di sé, quindi si cerca di stare più possibile su quello che è presente in quel momento.
Si può anche fare solo gruppi o la terapia individuale è indispensabile?
Dipende molto dalla persona e dagli obiettivi, il lavoro su sé stessi va calato nel contesto di vita in cui siamo, cosa ci succede, che fase stiamo attraversando, qual è il bisogno…e così via. Per questo è difficile dare una risposta a priori. Di certo posso affermare che al primo posto viene la persona e quindi tutto avviene in modo “sartoriale” per così dire, nel rispetto di tutte le esigenze. I doverismi li lasciamo fuori dalla porta.